Cinzia Pezzolesi è una psicologa e psicoterapeuta che ha deciso di trasferirsi a Londra per realizzarsi nel suo lavoro e per amore. Oggi vive a Londra con suo marito ed è appena diventata mamma di uno splendido bimbo.
Donna in carriera, insegna all’Università, lavora anche come psicologa clinica ed è alla Direzione del primo centro di Mindfulness a Londra.
Cinzia Pezzolesi è una ragazza solare, intelligente, piena di vita, sempre pronta a mettersi in discussione e ad affrontare nuove sfide, e considera Londra la città delle possibilità ma ad oggi bisogna essere ben preparati per sfidare la città.
Cinzia Pezzolesi: lavoravo tutto il giorno in un tirocinio, poi il preside mi disse: “Mi piace come lavori… ti assumo”
Quando pensi alla tua città d’origine cosa ti viene in mente?
La piazza di Fano con la fontana della fortuna, mi piace tantissimo, il rituale dell’aperitivo e ovviamente gli amici d’infanzia.
Il peggior difetto dei tuoi concittadini?
A Fano sono perfetti e senza macchia.
Il maggior pregio?
Quando torno so dove andare per incontrare le persone care, c’è un bellissimo attaccamento alle tradizioni.
Cibo preferito?
Green Thai carry vegetariano, oppure la cucina giapponese.
Da quanto tempo vivi a Notting Hill?
Dal 2007, ossia 9 anni…quanto tempo è passato!
E com’è maturata la tua decisione?
Ho sempre voluto fare ricerca nel mio settore ed in Italia non era possibile, sono nata con la curiosità di scoprire il mondo. Inoltre ho conosciuto Gianluca, oggi mio marito, che lavorava a Londra, quindi a quel punto il gioco era fatto.
Pensi di tornare in Italia e eventualmente quando?
Per la pensione e per le vacanze.
Di cosa ti occupi?
Bella domanda, di diverse cose. Insegno in una università e lavoro come psicologa clinica, sono alla direzione clinica del primo centro di Mindfulness a Londra.
Se fossi rimasto in Italia, avresti avuto le stesse opportunità di crescita professionale e personale?
Penso proprio di no, la psicologia almeno qualche anno fa, non dava molti sbocchi professionali. In Inghilterra il mercato del lavoro è molto dinamico e l’impegno viene sempre premiato.
La tua casa e il tuo futuro sono a Notting Hill o senti nostalgia dell’Italia e della tua città?
Sento tantissima nostalgia dell’Italia e di Fano, soprattutto degli amici e della famiglia ma per ora vedo e vivo Londra come casa mia.
Se tornassi indietro, è una scelta che rifaresti?
Yes! Mille Volte
Che lavoro facevi in Italia?
Sono partita poco dopo la laurea, quindi ero ancora nella fase di ricerca. Mentre cercavo ho fatto dei lavori stagionali in bar o fiere, sono stati mesi divertenti.
In Inghilterra come hai trovato lavoro?
Allora, ho iniziato con uno scambio all’università ed ho fatto un tirocinio come assistente ricercatrice per 6 mesi. Mi facevano lavorare dieci ore al giorno ma alla fine del tirocinio il preside di facoltà mi disse: “Mi piace come lavori… ti assumo” non potevo credere alle mie orecchie.
Si guadagna di più rispetto al nostro paese?
Penso di sì, anche se qui il costo della vita è altissimo, probabilmente Italia e Gran Bretagna si equivalgono in termini di reale potere d’acquisto.
Che aspetto ti ha colpito di più della terra d’Albione?
La meritocrazia e la multiculturalità, ci sono più di 300 nazionalità rappresentate nella capitale e sempre qualcosa da imparare.
La cosa più curiosa?
Che il te’ delle 5 non è alle 5, ma inizia alle 14 e finisce verso le 16. E’ una esperienza divertente comunque, si mangiano sandwich al cetriolo, si beve champagne e si chiama ‘Royal tea’.
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E quella a cui fai più fatica ad abituarti?
Al freddo che dura per mesi e mesi. Ho bisogno di venire in Italia a riscaldarmi di tanto in tanto.
Affittare e acquistare una casa è più semplice rispetto all’Italia?
Decisamente no. I prezzi sono alle stelle da qualche anno a questa parte e molte persone spendono più della metà dello stipendio nell’affitto. Molte persone sono costrette a coabitare, comprare casa in centro a Londra è un lusso riservato a pochi.
E le amicizie e i rapporti personali?
Si conoscono sempre nuove persone, è stupendo ma poi soffro quando inevitabilmente qualcuno se ne va e questo accade molto spesso. La cosa positiva è che ora ho tanti amici sparsi per il mondo quindi ho un’ulteriore scusa per viaggiare.
La conoscenza della lingua inglese facilita l’inserimento?
L’inglese apre le porte del mondo, quando arrivai nel Regno Unito non parlavo in modo fluido e soprattutto non capivo nulla di quello che mi dicevano. E’ stato un vero shock ma in 6 mesi di full immersion le difficoltà si sono attenuate fino a scomparire nel giro di un anno.
Consiglieresti ad altri giovani di trasferirsi in UK?
Non so, qualche anno fa li avrei incoraggiati ma adesso non sono sicura. Dipende dal loro livello di qualifiche, esperienza lavorativa, ad ora è strettamente necessaria un’ottima conoscenza dell’inglese sin dall’inizio.
Segui cosa accade in Italia? E come? Con quali strumenti?
Seguo a grandi linee, uso principalmente I quotidiani online, ma la maggiore fonte di informazione è mia mamma, lei sa sempre tutto e non manca di farmi la rassegna stampa al telefono quando ci sentiamo.
PHOTO STORY Flickr: vita quotidiana di Cinzia Pezzolesi, dalla bicicletta al volley







