Lasciare tutto e partire per lavorare all’estero. Non è semplice, per un amministratore pubblico, giudicare la scelta di chi prende una decisione così forte per la propria vita. Da una parte, come sindaco, ti rendi conto che il tuo comune, il tuo territorio rischia una sorta di depauperizzazione delle risorse intellettuali, perché sono i più giovani che se ne vanno, dall’altra sai bene che ogni viaggio, ogni partenza è una storia a sé. Chi parte per un periodo più o meno lungo, chi decide di dare un taglio a tutto. Chi se ne va per cercare lavoro e chi lascia perché vuole respirare aria nuova.
“L’importante è che si parta per scelta, e non per disperazione”
Il sindaco di San Costanzo (Pesaro Urbino), Margherita Pedinelli, condivide e sostiene la scelta di partire a patto che ci sia una vera convinzione ed un progetto definito a monte di tale scelta: “I ragazzi di San Costanzo che sono rientrati dopo un’esperienza all’estero -spiega – sono più forti, più consapevoli, sono maggiormente propositivi e predisposti ad affrontare anche le sfide ed i mutamenti del mondo del lavoro. L’importante è che si parta con la convinzione di ciò che si sta facendo e non per disperazione”.
Spesso se ne vanno dai centri più piccoli. Lasciano la provincia. Se ne vanno con la speranza di tornare, ma poi chissà. Sindaco, anche nel suo comune possiamo parlare di “fuga di cervelli”?
Sì, e sono diversi i ragazzi, tra i 20 ed i 30 anni, che hanno deciso di partire da San Costanzo per andare all’estero. Molti hanno deciso di proseguire e completare il percorso universitario in un’altra sede, altri per cercare diverse opportunità di lavoro, ma la maggioranza ha deciso di fare questa scelta di vita con lo spirito “se non lo faccio ora, quando?”. Le mete più gettonate sono Australia, Spagna e Germania.
Come considera questa drastica scelta di vita?
Nelle situazioni dove la decisione è consapevole, c’è una forte volontà, allora penso che sia una scelta assolutamente positiva, capace di formare, dare maggiore professionalità e formazione sia nell’ambito del lavoro sia personalmente. Ma quando si è spinti dalla perdita di fiducia e speranza, allora provo tristezza, poiché pur di lavorare alcuni giovani prendono questa decisione e sono disposti ad accontentarsi di lavori poco redditizi e poco formativi, come fare i lavapiatti o lavorare duramente nelle fattorie.
Il sindaco di San Costanzo: “Questi ragazzi sono un valore aggiunto per il nostro paese”
Il Comune di San Costanzo mette a disposizione uno sportello per dare informazioni?
In una realtà come la nostra con 5000 abitanti è impensabile che possa esserci una figura preposta solo a questa mansione. Comunque il nostro Comune cerca delle collaborazioni con l’estero, ed anche l’anno scorso una ragazza ha avuto la possibilità di effettuare un tirocinio in un’azienda del Brasile.
Pensa che questi ragazzi all’estero siano un patrimonio da recuperare?
Sono senz’altro un valore aggiunto per il nostro paese, nel momento in cui volessero tornare. Conosco molte storie e posso affermare che questi ragazzi, una volta rientrati dell’avventura dell’esperienza all’estero, sono cambiati, con un approccio diverso, sono pronti a mettersi in gioco, più maturi. Hanno più naturalezza nel cambiare le proprie abitudini lavorative, nel passare da una mansione all’altra.
In tanti, dopo il rientro, vengono in Comune per raccontare la loro avventura, vogliono condividere ciò che hanno fatto e ciò che hanno vissuto.
Certo, che tra l’Italia e altri paesi c’è un cambio di passo notevole…
Sì, all’estero c’è molta offerta, le agenzie propongono varie soluzioni a chi cerchi un impiego, c’è possibilità di scelta e, per chi vuole, cambiare è all’ordine del giorno. E tutto questo si tramuta in un nuovo approccio, sicuramente propositivo, nel momento in cui, tornati in Italia, ci sia la necessità di adattarsi a nuovi lavori.