Viaggiatore da anni e sempre con l’umiltà di chi ama farsi sorprendere dai posti e dalle persone, Giovanni Ricci, fanese, è tornato da poco dall’India ed è già ripartito per il Messico. Lui il viaggiatore lo fa come se fosse una sorta di mestiere. All’età di 30 anni ha già vissuto a New York, Los Angeles, in Messico, a Londra, a Barcellona, in Australia e in altre parti del mondo. Il suo carattere è esplosivo, solare, egocentrico, curioso. Sente amore, pace, voglia di vivere, di scoprire gli altri e se stesso. Ha voglia di mettersi in gioco, di affrontare sfide, di affrontare le proprie ombre ed è alla continua ricerca di sé. E’ sensibile, carismatico, è un ricercatore d’interiorità, è un esploratore nato e ha vissuto sulla sua pelle esperienze anche molto difficili ma che lo hanno reso più forte.
Viaggiatore appassionato, curioso esploratore dell’anima
Parlami della tua religione
Sono molto interessato alla meditazione e alla vita interiore e spirituale, questo mi porta ad avvicinarmi alle filosofie orientali e a credere negli insegnamenti del Buddha. Credo in Gesù come figura antica, credo in lui come persona singolare, come maestro, come grande ricercatore di amore. Credo negli angeli, sento questi guardiani intorno a me, questa presenze che ogni volta mi indicano il cammino giusto.
Preghi?
La mia preghiera consiste nel vivere il momento in ogni istante ed essere coscente in ogni attimo è per me una preghiera. Sorridere ad un anziano è una preghiera. Essere conscio di vivere ogni momento con consapevolezza ed essere rispettoso verso il prossimo, questa è la mia preghiera. E’ una grande preghiera anche apprendere dalle grandi cadute e dai propri sbagli. Ci sono tanti insegnamenti dietro un errore, se c’è consapevolezza ci si può rialzare più forti di prima.
Come è maturata la tua decisione di viaggiare per il mondo?
E’ maturata da un viaggio in Thailandia fatto con mio padre all’età di 16 anni. Un luogo meraviglioso. Da quel viaggio, ho deciso di voler intraprendere la “carriera di viaggiatore” per la ricerca di una mia scoperta interiore.
Il tuo futuro e la tua casa dove saranno?
M’immagino in un eco villaggio immerso nella natura vicino al mare, in una comunità con altre persone, condividendo pensieri comuni. Non so ancora in che luogo ma sicuramente fuori dal cemento.
Quando sei all’estero ti manca casa? L’Italia?
Si, mi manca il calore familiare e a volte mi mancano le comodità. Adoro il mio Paese, ma per certi aspetti in Italia siamo molto indietro, a livello lavorativo e sociale non c’è possibilità di crescita e quindi non è stimolante.
Se tornassi indietro, è una scelta che rifaresti?
Certo, però viaggerei con più coscienza, sceglierei viaggi specifici, più mirati ad un’introspezione spirituale.
I tuoi lavori in Italia e all’estero?
Poco tempo fa, a Fano, gestivo un ristorante con mio padre, vicino al mare, ho sempre lavorato nella ristorazione e nei bar, adoro il contatto con la gente. All’estero ho fatto vari tipi di lavori, mi piacciono le sfide, per esempio in Messico, ero guida turistica in mezzo alla natura, in posti selvaggi, un lavoro che ho nel cuore. Avendo frequentato la scuola alberghiera, ho avuto la fortuna di lavorare in tutto il mondo principalmente in ristoranti e bar a stretto contatto con le persone, un’opportunità che mi ha facilitato nella veloce acquisizione della lingua inglese.
Come trovi lavoro all’estero?
Avendo viaggiato tanto, ho tanti amici sparsi per il mondo. Il modo più facile per trovare lavoro è il passaparola. I primi viaggi sono stati i periodi più difficili, tanto lavoro, figuracce dovute al fatto che non sapevo ancora bene la lingua ma le esperienze più dure mi hanno formato e sono state necessarie per crescere. Inizialmente cercavo lavoro porta a porta o tramite conoscenti italiani.
Si guadagna di più rispetto al nostro Paese?
Prendendo sempre Londra come esempio, c’è l’incentivo a lavorare perché si ha possibilità di fare carriera. Un lava piatti, per fare un esempio, può diventare un general manager. Più stimolo, più incentivo, più guadagno.
Quali aspetti dei Paesi in cui hai vissuto ti hanno colpito di più?
Ogni luogo ha il suo perché. Londra mi ha dato il lancio iniziale, a livello lavorativo e organizzativo è perfetta. Riguardo agli Stati Uniti c’è molta similitudine con l’Inghilterra: ci sono possibilità di crescita, c’è meritocrazia nel lavoro perché ti considerano una risorsa umana ma per il resto sei come in una “bolla sociale”, dove c’è solo margine di guadagno ma il livello interiore e spirituale è ben povero. In questi luoghi ho imparato a lavorare, ma non mi hanno dato il valore della vita che invece sento molto forte in posti come il Messico e l’India dove ho trovato forza spirituale e crescita interiore.
Il Messico ha una cultura millenaria, per certi aspetti può essere simile all’Italia ed è un Paese bellissimo con microclimi differenti dove ci sono i Caraibi, deserti, paesaggi incantevoli. Ha molte caratteristiche simili al nostro Paese come per esempio la grande influenza culinaria. Inoltre essendo un paese turistico e vicino agli Stati Uniti è molto organizzato e ti da la possibilità di vivere tranquillamente economicamente. A confronto con una famiglia italiana, dove spesso a tavola si parla di vecchie ricette di cucina della nonna, quando ti siedi a tavola con una famiglia messicana a mio parere i discorsi sono interessantissimi ed intensi, si parla di esoterismo, di avvistamenti ufo, di vecchie sciamane in grado di curarti con il potere delle loro stesse mani, di medicine sacre, piante che crescono in queste terre magiche.
Mi ha colpito profondamente una tribù chiamata Huichol, una delle etnie native americane più antiche e ancora viventi nel deserto messicano. Tribù che sta combattendo contro il governo e contro una multinazionale di estrazione mineraria e alcune agroalimentari perché stanno devastando gran parte del deserto di Wirikuta, uno dei luoghi più sacri per i Huichol e habitat naturale del cactus peyote che fa parte della loro santa trinità, considerata entità alleata, mastro e medicina per lo spirito e per il corpo.
L’India mi ha colpito al cuore i suoi colori ed il suo calore nel sorriso delle persone dei bimbi che pur non avendo niente sorridono e giocano con qualsiasi cosa. Un paese dove regna una forte energia, una forte devozione verso l’ignoto, verso gli Dei. Meravigliose ore ed ore di preghiere davanti a templi millenari creano questa forte vibrazione che ti avvolge e ti fa sentire speciale, mentre in occidente si è perso l’equilibrio spirituale e siamo concentrati sulla stabilità esteriore che sembra molto ricca ma in realtà è povera e vuota. In India si respira una forte spiritualità anche se è molto confusionaria anche perché c’è tanta gente con poca educazione, essendo uno dei paesi più poveri al mondo molte persone non sono istruite ed è uno dei luoghi più controversi che ci siano e che io abbia visto. Come ripeto, a livello spirituale per me è stata un’esperienza unica e indimenticabile che mi ha aperto una grande sensibilità al cuore e all’anima, devo tanto all’India.
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“Il cadere mi ha ferito, ma mi ha aiutato e fortificato”
Il tuo rapporto con gli animali?
Ho un forte rapporto con gli animali, intenso, li sento molto vicini a me. Ho lavorato in Messico quasi tre anni con delfini, tartarughe marine, cervi e serpenti nella natura selvaggia. Ho studiato per anni i delfini. Quando facevo la guida turistica lavoravo principalmente nella costa Maya a sud del Messico e portavo gruppi di 20/30 persone in questi luoghi remoti e selvaggi, attraversando questa lingua di terra che costeggiava da una parte i Caraibi e dall’altra la laguna. Ogni giorno era meravigliosamente diverso perché si avvistavano animali differenti: aquile, pantere, scimmie e serpenti. Una volta arrivati alla fine di questa lingua di terra, patrimonio dell’Unesco, ci si trovava in un villaggio dove vive un popolo di pescatori di cinquecento abitanti circa, chiamato Sian Kaan. Con una barca ci portavamo in mezzo ai Caraibi a fare snorkeling, ad avvistare i delfini e tutta la fauna marina.
Qual è la cosa a cui hai fatto più fatica ad abituarti?
I primi anni il mangiare, poi, abituandomi, sono diventato appassionato di cibi esotici e non sono più fissato solo con la cucina italiana perché ci sono cucine meravigliose in tutto il mondo. Sono anche diventato vegetariano per amore degli animali e molto più cosciente nell’alimentazione perché penso che il cibo sia la medicina del nostro corpo, per esempio ora che mi trovo in un paese tropicale la mia dieta è quasi tutta a base di frutta e non mi sono mai sentito così bene.
L’amicizia e i rapporti personali?
Viaggiando ho conosciuto tantissime persone meravigliose. La differenza rispetto agli amici d’infanzia, con cui hai creato legami nel tempo, è che con le persone che conosci nei tuoi viaggi, sembra che ci si incroci perfettamente e che magicamente quella persona stia vivendo le stesse tue emozioni nello stesso cammino di vita e condividendo le stesse esperienze e storie, ed è meraviglioso.
I tuoi genitori che cosa ne pensano?
Se i miei genitori non mi avessero dato la spinta iniziale forse sarei stato ancora il tipico trentenne che vive a casa con i suoi. I miei sono molto giovanili, hanno visto che pur non andando benissimo a scuola, intraprendendo questi viaggi, ho imparato delle lezioni di vita che la scuola non mi avrebbe mai potuto insegnare. Ho imparato a parlare altre lingue e un profondo cammino spirituale di cui sono molto orgoglioso! Ringrazio loro ogni giorno perché mi hanno donato tanta libertà, mi hanno cresciuto in un ambiente sano con i suoi problemi ma sono stati proprio quei problemi che mi hanno dato la spinta per una ricerca interiore profonda e non superficiale, mi sento molto fortunato, li amo e sono sempre qui ad appoggiarmi.
Cosa puoi dirci dei tuoi tatuaggi?
Nell’arco di 12 anni in ogni posto dove sono andato mi sono tatuato. All’inizio era come un gioco, poi è diventato un rituale, incidendomi nella pelle qualcosa che apparteneva alla cultura del posto dove mi trovavo.
Visto il tuo interesse per la meditazione quando sei a Fano e ti chiamano a lavorare in locali opposti alla tua odierna scelta di vita, come riesci a conciliare ambienti così diversi e discordanti?
In questi casi, in cui principalmente vado per lavoro, fungo anche da osservatore ed è molto curiosa questa cosa, perché mi vedo con un occhio esterno ma anche compassionevole verso il mio passato in cui certe serate erano invece all’ordine del giorno. Un passato tormentato, instabile, pieno di sfide perse, ma alla ricerca, sempre, con la consapevolezza di poter migliorare e di potercela fare. Il cadere mi ha ferito ma mi ha aiutato, mi ha fortificato e vorrei guarire per volare sempre più in alto.
Dove consiglieresti a dei giovani di trasferirsi?
Principalmente chiederei loro che cosa cercano, cosa vorrebbero e con la mia esperienza posso consigliare che certe domande puoi farle solo al tuo cuore. Non seguire amici perché vanno in certi posti, ma seguire il proprio istinto che vi porterà lontani.
Un consiglio a chi pensa di trasferirsi?
Di non avere paura, di essere positivi sempre. Chi sente di trasferirsi è perchè sente che sta nascendo qualcosa dentro di sé alla scoperta di se stessi e allora sicuramente è la scelta giusta.
Segui, quando sei fuori, cosa accade a Fano e in Italia?
Non sono un grande fan della TV ma seguo a volte i social e internet per tenermi aggiornato. Secondo me la TV non è attendibile riguardo alle notizie, ed è un veleno che ti lavora nell’inconscio rendendoti uno schiavo sociale .
Quando sei all’estero i social ti condizionano? Come li vivi?
Mi rendo conto che per alcuni aspetti sono molto inutili e inconsciamente si tende ad esserne assuefatti.
Alcune delle emozioni più grandi?
Le emozioni più grandi le ho vissute in un’esperienza spirituale in India, dove per 10 giorni sono dovuto rimanere in silenzio e meditazione perché non si poteva parlare. Durante questa esperienza ho visto la vera forza ed essenza del nostro potenziale interiore che non ha niente a che fare con social, macchine e vestiti, ma con il nostro vero spirito ricco di luce. In questa meditazione ho appunto visto questa luce brillare su tutto il mio corpo ed è stata un’esperienza magica.
Bisogna iniziare ad avere un contatto con il proprio sé valorizzando se stessi senza giudizio senza critiche per sprigionare quest’onda di calore e di amore che ognuno ha dentro e farla uscire e fluire. Iniziando ad amarci ed accettarci così come siamo senza cercare risposte all’esterno. Il vero viaggio è quello interiore.
PHOTO STORY Flickr: le foto degli straordinari viaggi di Giovanni Ricci




































